Strowger, il becchino che ha cambiato la telefonìa

C’era una volta… — Un ingegnere! — diranno subito i miei piccoli lettori. — No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un becchino (semi-cit).

Si dice che la necessità aguzzi l’ingegno e questo detto non può essere più vero nel caso di Almon Brown Strowger.

Siamo nel 1891, nel Missouri, dove il telefono sta cominciando a diffondersi nelle case. È un’invenzione ancora giovane e che richiede qualche miglioramento. L’avrete visto nei film: all’epoca chiamavate il centralino del paese, comunicavate all’operatrice con chi volevate essere messi in contatto e lei scambiava dei fili, per stabilire la connessione. Solo allora il telefono del destinatario poteva squillare.

Strowger è a capo di un’agenzia di pompe funebri, ma nel piccolo paesino non manca la concorrenza da parte di un’altra agenzia, che gli dà parecchio filo da torcere. E’ una guerra all’ultimo morto!

Il problema è soltanto uno: l’operatrice del centralino del paese è niente meno che la moglie del becchino della concorrenza. Così, ogni volta che qualcuno chiede delle pompe funebri, l’operatrice lo mette in contatto con l’agenzia del marito. Mica scema.

Non si può andare avanti così, bisogna fare qualcosa! Perciò Strowger decide di rimboccarsi le maniche e trova una soluzione efficace. Inventa il commutatore automatico, un marchingegno che mette in contatto mittente e destinatario senza l’ausilio di un operatore. Perciò è grazie ad un becchino che oggi puoi chiamare le hotline senza passare dalla signora Linda che tutti conoscono. Good job Mr Strowger.